ChatGPT ora lavora davvero al posto tuo: l’agente AI è finalmente qui


Qualche giorno fa ho chiesto a ChatGPT di aiutarmi a sistemare una presentazione per una riunione. Non mi aspettavo niente di speciale: pensavo che mi avrebbe suggerito i soliti punti da toccare, magari un po’ di testo da inserire nelle slide. Invece è successo qualcosa di diverso.

ChatGPT ha aperto un suo “spazio virtuale”, ha iniziato a creare grafici, scrivere titoli, scegliere immagini. Dopo pochi minuti mi ha mandato una notifica: “Ho preparato la tua presentazione. Vuoi dare un’occhiata?”

Quello che è successo non è magia. Si chiama ChatGPT Agent ed è una delle novità più sorprendenti che OpenAI abbia mai rilasciato.

Fino ad ora eravamo abituati a un’interazione semplice: tu fai una domanda, l’intelligenza artificiale ti risponde. A volte bene, a volte meno. Ma ora è cambiato tutto. Non stiamo più solo parlando con un assistente che ci dà consigli. Stiamo collaborando con un agente che agisce davvero, che prende un compito e lo porta a termine come farebbe un collega molto bravo - ma senza mai alzare la voce.

Questo agente vive dentro ChatGPT, ma è un po’ come se avesse il suo computer personale: un ambiente isolato dove può navigare su internet, aprire fogli di calcolo, cliccare, compilare form, scrivere codice, prendere appunti. Fa tutto questo in autonomia, ma con buonsenso: ti chiede il permesso se deve fare qualcosa di delicato, e non manda email o fa acquisti senza di te.

Quello che colpisce di più non è tanto la tecnologia (che pure è impressionante), ma la naturalezza con cui cambia il tuo modo di lavorare. All’improvviso puoi affidare a un’IA attività che prima ti prendevano ore: cercare informazioni da più fonti, riassumerle, metterle in un formato leggibile, costruire un report. E tu, finalmente, puoi occuparti delle decisioni vere.

Nel frattempo, OpenAI ha costruito intorno a tutto questo una struttura robusta: niente viene eseguito direttamente sul tuo computer, tutto passa da un sistema sicuro, e ogni passaggio è tracciabile e modificabile. C’è perfino una modalità “watch” che blocca l’azione se ti allontani: non si sa mai.

Certo, non è perfetto. A volte l’agente fa domande inutili, o perde tempo su passaggi che a te sembrano ovvi. Ma sta imparando. E nel frattempo ti accorgi che, tra email che si scrivono da sole e fogli Excel che si aggiornano senza cliccare nulla, qualcosa è cambiato davvero.

Non è più solo un assistente. È un collaboratore. Uno che lavora al posto tuo, senza lamentele, senza ferie, e con una memoria di ferro.

Il cuore di questa nuova tecnologia è l’unione di due progetti interni di OpenAI: Operator e Code Interpreter (oggi chiamato Advanced Data Analysis). Uno era pensato per cliccare, compilare form e navigare su siti; l’altro per eseguire codice, leggere tabelle, analizzare dati. Fusi insieme, danno vita a un’entità capace di agire con fluidità in un contesto digitale complesso.

Alcuni test hanno mostrato cosa può fare in concreto. In pochi secondi, è stato capace di prenotare un appuntamento online per un esame medico, preparare una lista della spesa basata su un piano alimentare e trovare un vecchio videogioco da collezione su un sito e-commerce. Tutto da solo, ragionando sul contesto, cercando informazioni, adattandosi quando qualcosa non funzionava.

Per ora, questa nuova funzione è disponibile per gli utenti ChatGPT Plus, Team e Pro. È ancora in fase di test in alcune aree, l’Unione Europea, ad esempio, non ha ancora ricevuto il rollout, ma OpenAI ha già promesso che l’espansione sarà imminente. È una versione in evoluzione, con limiti d’uso mensili e alcune funzioni ancora parzialmente grezze, ma la direzione è chiara: verso un’assistenza sempre più completa, autonoma e personalizzabile.

E no, non è una cosa da nerd. È una cosa che può semplificarti la giornata, liberarti tempo, alleggerirti la testa. E onestamente? È un piccolo miracolo quotidiano.

Nuova Vecchia

نموذج الاتصال