Nel mondo dell’intelligenza artificiale non si dorme mai, e ogni tanto capita una notizia che ti fa davvero pensare: “Ok, adesso le cose stanno cambiando sul serio”. È quello che sta succedendo con OpenAI, l’azienda dietro ChatGPT, che secondo Reuters si prepara a lanciare un browser basato sull’AI che rivoluzionerà completamente il nostro modo di usare internet.
Non sarà il solito motore di ricerca con qualche funzione in più. Ma un browser che si usa come una chat, a cui puoi chiedere di fare cose al posto tuo. Vuoi prenotare un volo? Trovare un hotel? Compilare un modulo? Basta scriverlo, e lui lo fa. Niente più tab aperte, niente più link da confrontare uno a uno. L’AI farà tutto mentre tu parli con lei, come con un assistente personale.
Potrebbe essere di una comodità pazzesca. Ma è anche una svolta che mette in discussione molte cose. Per esempio: se ci affidiamo all’AI per fare tutto, cosa succede ai siti che visitiamo oggi? Ai giornali, ai blog, a chi vive di traffico e pubblicità online? Se smettiamo di cliccare sui link perché l’AI ci dà già la risposta, chi ci guadagna? E chi ci perde?
Google potrebbe essere il primo a subire l’impatto. Ma la questione è più grande: riguarda tutto l’ecosistema del web. La pubblicità, i contenuti gratuiti, l’accesso alle fonti originali. Se tutto passa attraverso un filtro, rischiamo di perdere una parte importante della libertà che abbiamo sempre avuto online.
È affascinante, ma anche un po’ inquietante. Perché da una parte ci liberiamo da un sacco di complicazioni, dall’altra rischiamo di affidarci troppo a un sistema che sceglie per noi, ci semplifica la vita... ma decide anche cosa vedere, cosa ignorare, cosa vale la pena sapere.
Il nuovo browser di OpenAI non è solo una novità tecnologica. È un’anticipazione di come potrebbe cambiare il nostro rapporto con internet.