Un team di ricercatori italiani ha compiuto un importante passo avanti nel campo della robotica, sviluppando un robot umanoide, chiamato iRonCub3, in grado di sollevarsi da terra e volare grazie a quattro micro-turbine a getto. Il progetto, portato avanti dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), rappresenta un’autentica novità nel panorama della robotica mondiale.
Il robot, che si basa sulla piattaforma iCub3, è riuscito a decollare verticalmente di circa mezzo metro, mantenendo l’equilibrio in maniera stabile e controllata. Questo risultato è il frutto di oltre due anni di ricerca intensiva, che ha coinvolto anche simulazioni aerodinamiche avanzate, sviluppo di nuovi materiali resistenti al calore e l’uso di sofisticati algoritmi di controllo per gestire il volo in tempo reale.
La macchina ha un aspetto simile a quello umano: braccia, gambe e un busto che ricorda un astronauta in miniatura. Ma ciò che la rende speciale sono le sue quattro turbine, due montate sulle braccia e due sul dorso, che gli permettono di sollevarsi da terra come un vero e proprio jet. Per evitare il surriscaldamento, è stato dotato di una struttura interna in titanio e di protezioni termiche in grado di resistere a temperature fino a 800 °C.
Il progetto è stato coordinato da Daniele Pucci, direttore del laboratorio AMI (Artificial and Mechanical Intelligence) dell’IIT, con il supporto del Politecnico di Milano per i test nella galleria del vento e della Stanford University per l’ottimizzazione dei modelli di controllo con tecniche di deep learning.
Uno degli aspetti più complessi è stato mantenere il bilanciamento del robot durante il volo. A differenza dei droni, infatti, un corpo umanoide ha un baricentro variabile e molti gradi di libertà (cioè articolazioni mobili) che rendono instabile il volo. Per questo motivo, i ricercatori hanno sviluppato modelli matematici e sistemi di controllo avanzati capaci di adattarsi in tempo reale alle variazioni di posizione e di spinta.
L’obiettivo di iRonCub3 non è solo quello di stupire con un robot che “vola”, ma anche aprire nuove possibilità nell’ambito del soccorso in ambienti ostili, dove un robot capace di muoversi sia a piedi che in volo può fare la differenza. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communications Engineering.
In sostanza, questo esperimento segna un passo importante verso una nuova generazione di robot: macchine umanoidi versatili, intelligenti e capaci di operare in scenari complessi e dinamici, anche attraverso l’aria.