Finalmente, gli utenti europei che non condividono le decisioni prese da Meta, TikTok o YouTube sulla rimozione dei loro contenuti hanno a disposizione un nuovo strumento: un centro indipendente di ricorso con sede a Dublino, l’Appeals Centre Europe.
Questa iniziativa nasce nell’ambito del Digital Services Act (DSA), la normativa UE entrata in vigore il 25 agosto 2023, che mira a rafforzare i diritti dei cittadini online, obbligando le grandi piattaforme a maggiore trasparenza e responsabilità nella gestione dei contenuti.
Il centro non fa parte delle stesse aziende tecnologiche, né è un organo giudiziario, ma rappresenta una terza via per risolvere contestazioni relative a post cancellati, lasciati online contro la propria volontà o profili disattivati ingiustamente. Le piattaforme coinvolte, almeno inizialmente, sono Facebook, TikTok e YouTube.
Funzionamento del sistema
Gli utenti potranno presentare ricorso direttamente al centro, se ritengono che una decisione di moderazione, come la rimozione di un post, sia stata ingiusta. Il procedimento avrà un costo simbolico di 5 euro, che verrà rimborsato in caso di esito favorevole. Al contrario, le piattaforme saranno chiamate a pagare circa 95 euro per ogni ricorso esaminato, cifra destinata a coprire i costi operativi.
I ricorsi dovranno essere esaminati entro 90 giorni, ma l’obiettivo è risolverli più rapidamente. A differenza dell’Oversight Board di Meta, che seleziona i casi da valutare, l’Appeals Centre si impegna a trattare ogni ricorso ricevuto.
Le decisioni prese non sono legalmente vincolanti, ma si basano sulle regole ufficiali delle piattaforme e sugli standard del DSA. Inoltre, tutte le sentenze saranno rese pubbliche, favorendo trasparenza e accountability.
Chi lo guida
A dirigere l’Appeals Centre Europe c’è Thomas Hughes, già direttore dell’Oversight Board di Meta. Il centro, che ha iniziato a operare con un piccolo team, punta ad arrivare a 25-30 esperti in vari campi, dal diritto digitale ai diritti umani, con competenze linguistiche diversificate.
Il primo finanziamento, pari a circa 15 milioni di euro, proviene da un contributo una tantum della stessa Oversight Board. Questo assicura l’avvio delle attività senza influenze dirette dalle piattaforme coinvolte.
Implicazioni e obiettivi
Secondo Hughes, l’Appeals Centre rappresenta una risposta concreta al bisogno di tutele efficaci per gli utenti, spesso penalizzati da algoritmi di moderazione imprecisi o da decisioni arbitrarie. Inoltre, il centro potrà contribuire a rilevare schemi problematici o errori sistematici nella moderazione dei contenuti, offrendo così un importante elemento di pressione verso le big tech.
Il passo è significativo anche sul piano politico: l’UE vuole dimostrare che esistono modelli alternativi al monopolio decisionale delle piattaforme, in cui i diritti digitali dei cittadini sono difesi con strumenti indipendenti e accessibili.